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Tra gli artisti italiani della macchina da presa e della luce, autentici maghi dell’immagine, c’è Sergio D’Offizi, classe 1934. Nell’ambito della sua corposa e articolata filmografia, D’Offizi ha stabilito un rapporto privilegiato con Alberto Sordi, uno dei cineasti che ha maggiormente segnato la storia del nostro cinema, come attore e come regista. Attore immenso e uomo di rara intelligenza, Sordi ha saputo circondarsi di persone che valorizzassero al meglio il suo talento di fustigatore dei costumi patrii, con un’attenzione particolare alla sua immagine e al suo personaggio. Sergio D’Offizi è stato per lui prezioso, fedele, fondamentale collaboratore. Il libro racconta puntualmente la storia di questo sodalizio artistico, le scelte luministiche adottate per capolavori quali Detenuto in attesa di giudizio di Nanni Loy e Il Marchese del Grillo di Mario Monicelli e l’affiancamento creativo al Sordi regista in opere sia impegnate e profetiche sia intelligentemente esilaranti come Finché c’è guerra c’è speranza, Le vacanze intelligenti (episodio di Dove vai in vacanza?), Tutti dentro, Io e Caterina, Io so che tu sai che io so. Descrivendo anche, tra le righe di una rigorosa relazione professionale, una lunga amicizia, tanto discreta quanto profonda.