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Joe Dallesandro hand signed photo 20x25cm foto autografata

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Dettagli

Joe Dallesandro, all’anagrafe Joseph Angelo Dallesandro III (Pensacola, 31 dicembre 1948), è un attore e modello statunitense di origini italiane.

Figlio di Joseph Angelo D’Allesandro II, marines e di Thelma Testman, che aveva 16 anni quando nacque, a notarlo per primo è Andy Warhol, che lo rende protagonista di molti suoi film e servizi fotografici. Diventa celebre al grande pubblico per la sua straordinaria bellezza fisica, per le sue apparizioni di nudo nei film e per la sua bisessualità apertamente dichiarata.

Dallesandro ebbe un’infanzia e un’adolescenza molto difficile. A 5 anni (con la madre in carcere per truffa) fu internato in orfanotrofio ad Harlem dove, come avrebbe detto lui stesso, “svolse il suo primo lavoro d’attore”; doveva infatti avvicinarsi al vetro che divideva la stanza dei giochi dal resto dell’edificio e dire alle donne venute per adottare un bambino: “Vuoi essere la mia mamma?”.

Durante l’adolescenza fu internato in riformatorio minorile e venne anche ferito con un colpo d’arma da fuoco dalla polizia mentre tentava di rubare un’auto; questo episodio lo convinse a procurarsi i soldi diversamente. Ebbe cadute nella droga che lo portarono a procurarsi il denaro posando per foto di nudo (celebri quelle di Bruce of Los Angeles e quelle della Athletic Model Guild, per la quale girò anche un filmino), facendo il prostituto e lavorando in film pornografici gay. In quel periodo andava a letto con gli uomini; avrebbe dichiarato più tardi: “perché riuscivo a gestirli meglio”.

Dallesandro non ha mai rinnegato la sua esperienza di quegli anni difficili, commentando: “Penso di avere insegnato a fare l’amore a molte persone”. Tuttavia, intervistato nel film Beefcake, ha dichiarato che sentiva che coloro che lo fotografavano nudo gli “rubavano l’anima”, sebbene – ha aggiunto – oggi sia contento di avere foto che lo ritraggono al culmine della bellezza fisica. Sempre nell’intervista contenuta nel film Beefcake egli afferma che lavorare con Andy Warhol non era per lui una questione d’arte (definisce infatti “ridicola” l’arte di Warhol), ma un modo per imparare, e per essere più sicuro davanti alla telecamera: una specie di scuola di recitazione gratuita.

Questi aspetti della sua biografia all’epoca furono funzionali alla creazione del suo personaggio cinematografico bello e dannato e del mito che ne derivò. Da questo punto di vista, Dallesandro è anzi la migliore incarnazione dello slogan su cui si basava la filosofia della Factory warholiana: “Chiunque può diventare una superstar”. Successivamente Dallesandro si disintossicò da alcool e droga verso la fine degli anni ottanta: avrebbe dichiarato più tardi (1996) che la sua corsa verso l’autodistruzione era causata dal suo bisogno d’essere amato dal padre: “Ero solo un ragazzino che cercava l’amore del padre”.

Nel 1967, seguendo il consiglio del suo pusher, Joe Dallessandro si recò nell’appartamento in cui Andy Warhol e Paul Morrissey stavano girando il film The Loves of Ondine. Costoro lo inserirono all’istante nel cast, secondo la leggenda fatta circolare ad arte dalla Factory, dopo che Joe avrebbe dato un pugno a Morrissey che aveva allungato troppo le mani, e dopo che quest’ultimo (sempre secondo la leggenda) lo avrebbe presentato a Warhol con la frase: “Ti presento il solo fottuto maschio di tutto l’appartamento”.

Vera o falsa che sia tale leggenda, Dallesandro fu la scelta più “logica” per la parte del giovane prostituto protagonista del film Flesh, dove apparve in numerose scene di nudo, compresa quella, diventata celebre, che lo presenta nel letto ad apertura del film. Fu così il primo uomo a diventare una figura celebre nella cultura popolare per la bellezza del suo corpo nudo. Fu anzi, senza dubbio, in gran parte per la bellezza statuaria di Dallesandro che un film underground come Flesh divenne inaspettatamente un film di cassetta in tutto il mondo (in Italia i dialoghi furono tradotti addirittura da Alberto Arbasino), e Dallesandro divenne una delle più note star della factory di Andy Warhol.

Raggiunta la celebrità si disintossicò dalle droghe e riuscì a diventare un attore che, benché apprezzato per la bellezza del suo corpo nudo (esibito in effetti ogni volta che fosse possibile) riuscì a farsi notare per le sue qualità e a continuare a lavorare a lungo anche dopo che il “successo di scandalo” era ormai passato (Di lui è stato detto: “Era talmente bello che la gente ci mise un bel po’ di tempo per accorgersi che era anche bravo a recitare”).

Egli ebbe così una lunga carriera, apparendo in un numero ragguardevole di film, a iniziare da quelli di Warhol Lonesome Cowboys – Cowboy solitari, Trash – I rifiuti di New York, Calore, Dracula cerca sangue di vergine… e morì di sete!!! e Il mostro è in tavola… barone Frankenstein, di Warhol, anch’essi diretti da Morrissey. Gli ultimi due furono girati in Europa e, dopo il completamento di queste pellicole, Dallesandro decise di non fare ritorno negli Stati Uniti e continuò a interpretare film in Francia ed in Italia per il resto del decennio, vivendo fra l’altro anche a Roma, e tornando negli Usa solo negli anni ottanta, in seguito a dagli strascichi di una brutta storia di traffico d’eroina ma, soprattutto, a causa della morte del fratello. Fra le sue interpretazioni successive, quella di Lucky Luciano nel film Cotton Club di Francis Ford Coppola. È apparso anche in Cry Baby di John Waters.

Considerato un’icona dalla comunità gay, nella quale può tuttora contare su molti fans, Dallesandro è stato sposato tre volte e ha due figli.

Altre Info

Peso 0,400 kg
Dimensioni 30 × 30 × 3 cm