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“Il Campo del vasaio”, il titolo del disco, porta con sé il significato di questo lavoro. Fu il terreno acquistato con i denari del tradimento, fu il terreno in cui venivano seppelliti gli “stranieri”. Più tardi, lo stesso termine, assunse il significato di “fossa comune”, di sepoltura degli “ultimi”, come ricordato nel romanzo di Steinbeck, “The Grapes of Wrath”.
Le sepolture più pericolose, le fosse comuni meno visibili, seppure profonde, sono quelle della coscienza, delle parole: le persone e le storie scompaiono almeno due volte dai nostri occhi.
I riferimenti del disco, il secondo, dopo “I gatti di Lenin”, sono espliciti, nonostante il linguaggio sviluppi per immagini, per metafore, per strutture apparentemente “deformate”.
Si parla di persone, si ironizza di persone e si ricordano, o inventano, dialoghi. Per gli operai della Thyssenkrupp, per Giulio Regeni, per i poeti vittime del “caporalato”, per chi e deve “far tornare i conti” con i pochi strumenti e le poche risorse rimaste, per chi vive in un Paese, come l’America, pieno di gare, medaglie e concorrenti sfiniti, per chi si, con autoironia, ricorda qualcuno.
Questo disco, dal punto di vista musicale, rappresenta un passo avanti: è presente un arrangiamento che ne determina un marchio distintivo, grazie alla collaborazione, all’apporto e al supporto di Matteo Dainese (il Cane). La chitarra, in queste tracce, viene accompagnata, a volte abbracciata, da una ritmica totalmente nuova rispetto a quanto avveniva nel prima disco.
Realizzarlo è stato impegnativo ma molto soddisfacente: è un disco che vuole incuriosire e l’ascolto, più che appagare vuole, appunto, far “ruotare” le prospettive.
Ci sono sei storie, senza finale, da ascoltare e continuare.
Tracklist: 1. 15 minuti prima e dopo (Giulio Regeni) / 2. I conti che ritornano/ 3. 116° sogno / 4. L’operaio, il poeta siriano, il caporale innamorato 5. Biancaneve rovente / 6. 22 presenze
Discografia: I Gatti Di Lenin ( 2017 – New Model Label) – Il Campo Del Vasaio (2019 – New Model Label dist. Audioglobe)